Fabrizio Carroccia
15 marzo 1964 - 14 febbraio 2011

A Fabrizio

Tra tutte le cose che avrei potuto ed anche dovuto immaginare, mai e poi mai nella mia mente si sarebbe potuto affacciare il pensiero di dover scrivere qualcosa per Fabrizio!
Ed infatti non è che ci riesca molto bene, la cosa sembra ancora così irreale che mi risulta difficile buttare giù anche due semplici righe, il fatto è che non è affatto semplice accettare la perdita di un amico del suo spessore ed allora, anche se inutile, l’unica ribellione a disposizione è quella di intestardirsi e pensare che Mortadella non abbia fatto altro che ripartire per lontani lidi.
Sembrerò banale, forse infantile, ma il dolore vero che si prova in fondo al cuore quando si perde una persona cara ti espone anche a brutte figure.
Me ne farò una ragione (della figuraccia), per il resto mai e poi mai potrò accettare ciò che il destino ha voluto!
Con dolore vero…

stefanomalfatti

“Allo stadio? Ma che ci andiamo a fare se non c’é lui?”

Caro Fabrizio, non mi vengono le parole per parlarti, ti cerco continuamente nei tuoi luoghi abituali, prima di addormentarmi e al primo risveglio il pensiero va subito a te.
Non mi era mai capitato.
Un vuoto incolmabile che mi porto dentro, l’ho sentito fortemente camminando dalla Basilica di S.Lorenzo a P.le delle Province, dove avevo lasciato la macchina il giorno del tuo funerale, mi sono sentito solo e già mi mancava il tuo sorriso.
La tua grande bontà d’animo e la dirompente simpatia non sono nulla di fronte ad un’altra tua virtù: “Quella del rispetto, rispetto che avevi per me, per Stefano, quelli che tu portavi sempre ad esempio quando, nei primi anni ’70, piccolissimo con papà Claudio (grande tifoso) ti avvicinavi al nostro mondo”.
La gente che ha avuto la fortuna di conoscerti negli anni, non ha potuto far altro che constatare la “grandezza” della tua persona, non ricordo mai di averti visto compiere una stupidaggine, un atto incivile o vigliacco, eppure abbiamo vissuto in un mondo duro, quello degli stadi, delle strade, delle trasferte per nulla amichevoli e degli scontri ideali e politici dove “agire” in modo scomposto era consentito a tutti.
Tu risolvevi qualsiasi problema con un sorriso, con una frase delle tue, sdrammatizzando con “classe” anche le situazioni più imbarazzanti.
Ti ho conosciuto quando eri ancora un bambino, forse avevi 10 anni e io 16 o 17, nei tuoi occhi la voglia di diventare il migliore, il più grande tifoso della Roma che la storia ricordi; Verona, stadio Bentegodi, 1974: “gol di Orazi, Paolo Conti para il rigore di Maddè, vinciamo per 0 a 1, esultavi”.
Di storie con te ne avrei da raccontare almeno mille, perfino mia moglie Antonella (che ti adorava) che poco sa del mondo del calcio, si ricorda una trasferta a Milano nell’86 quando non sapevamo come arrivare alla Malpensa da S.Siro; perdemmo come al solito 4 a 1 (per l’Inter segnò pure Garlini su rovesciata) ma tu ridevi, pensando a come saremmo tornati a Roma con diecimila lire.
La tua presenza, sicura ed indispensabile era una delle gioie che avevo nel partire da casa per andare alla partita, senza di te credo cher le mie presenze sugli spalti diminuiranno notevolmente.
Lo scorso anno quando ebbi il piacere di sedermi accanto a te in “Tevere” per quella disgraziata Roma-Sampdoria e perdere insieme a te l’ennesimo scudetto, sono andato via dicendomi “la storia è questa ma almeno ho pianto insieme a Fabrizio”.
Proprio come al vecchio Comunale di Torino, 30 anni or sono, nel 1981, eri accanto a me nel giorno piovoso del gol di Turone e poi a Roma-Liverpool, quando volesti stare accanto a me, a Stefano ed a Francesco Rocca (che aveva scavalcato dalla Tribuna, strappandosi i pantaloni per venire da noi in curva…) a tifare per la vittoria in quella Coppa che non arrivò in quella serata del 30 maggio 1984.
Basta, non voglio continuare a ricordare perché in ogni storia rivedo il tuo sorriso, la tua risata e questo mi fa stare male e piangere ancora.
Vorrei tanto parlare con qualcuno, ma poi a cosa servirebbe? Ma che c’annamo a fa allo stadio se non ci sei te?
Ti voglio bene, te ne vorrò per sempre!

Antonio Bongi  CUCS 1977

16-2-11 Roma-Shaktar Donetsk

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